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Nella seduta del 23 dicembre 1981 del Comitato tecnico-amministrativo dell'Università degli Studi della Tuscia il Vice Presidente prof. Franco Maria Cordelli propone l'esame del progetto relativo al sigillo dell'Ateneo commissionato allo scultore Franco Turchetti, per la parte scultorea, e alla pittrice Vittoria Grossi per la parte grafica, entrambi artisti viterbesi molto noti in città e considerazioni i migliori del territorio in materia di riproduzione di stemmi.
Il sigillo era costituito da un disco, diviso in due parti uguali. Nella parte superiore figuravano due leoni, in oro su sfondo azzurro, rampanti su palma di colore verde che così disegnati riproducevano fedelmente l'artistico coronamento della fontana del giardino interno del Palazzo dei Priori di Viterbo. La parte inferiore era invece suddivisa in quattro settori da una croce bianca su sfondo rosso e in ogni settore era disegnata la sagoma di una chiave dorata raffigurata verticalmente. I simboli delle chiavi papali, proprietà del “Patrimonio di San Pietro”, erano parte integrante dello stemma della Provincia di Viterbo. La scritta “Università degli Studi della Tuscia – Viterbo” contornava lo stemma.
Fu questo l'inizio di un iter lungo, complesso e laborioso del sigillo-stemma dell'Università che, tra l'altro, rese necessario il confronto con l'Archivio di Stato di Viterbo interpellato per competenza dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nella successiva seduta del 20 dicembre 1983 del Consiglio di Amministrazione, il Rettore Scarascia Mugnozza sottopone per l'approvazione, la decisione assunta dal Senato accademico circa l'adozione del sigillo invitando il Pro-Rettore prof. Giovannozzi Sermanni ad illustrare il nuovo bozzetto-idea, ideato a seguito del giudizio negativo espresso dall'Archivio di Stato in merito alla prima versione del sigillo.
Dopo alterne vicende, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con una lettera datata 17 settembre 1985 a firma del Capo di Gabinetto, concluse l'iter amministrativo della pratica e decretò la concessione del sigillo all'Università degli Studi della Tuscia con la restituzione della miniatura debitamente vidimata.
Nel decreto si confermò la forma ovale del sigillo così descritto: “D'oro al palmizio di verde, nodrito sul terreno ristretto dello stesso, sostenuto da due leoni di rosso, controrampanti al fusto, accompagnato in capo e in punta da due coppie di foglie di faggio, di verde, in decusse, quella in capo rovesciata, legato di rosso; il tutto alla bordura d'azzurro, caricata dalle scritte, in lettere maiuscole d'oro, in capo, UNIVERSITAS STUDIORUM TUSCIAE, e, in punta, VITERBIUM MCMLXXIX”.