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Nel 1992, durante il rettorato del Prof. Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, tra i risultati conseguiti, vi fu l’istituzione del Centro Interdipartimentale di Microscopia Elettronica (CIME) – avente funzioni di servizio per le necessità interne all’Ateneo, altresì di supporto e consulenza per gli utilizzatori esterni – allo scopo di favorire il progresso delle attività di ricerca nel settore biologico a cui erano interessati non solo i ricercatori delle Facoltà di Scienze e Agraria ma anche coloro che si occupavano del patrimonio culturale. Si trattò di una scelta in controtendenza, rispetto a quanto stava avvenendo in altri atenei dove si assisteva al proliferare di complesse strumentazioni di pertinenza specifica di gruppi di ricerca più o meno numerosi; tuttavia, se ne apprezzarono ben presto i benefici dal momento che, con questa soluzione, fu possibile apportare qualità e innovazione tecnologica alle attività didattiche e di ricerca dell’Ateneo grazie alla possibilità di poter usufruire delle prestazioni elevate dei microscopi elettronici.